Benvenuti su IL MINOLLO

Il Sito Delle Gag Divertenti e Della Satira

Nick's Blog

Il Minollo

Il minollo è un animale immaginario "inventato" da Massimo Troisi in un famoso sketch de La Smorfia (dal titolo: L'Arca di Noè) allo scopo di convincere Lello Arena (che nella scena impersonificava, appunto un Noè "leggermente" miope) a lasciarlo entrare nell'Arca per salvarsi dal diluvio universale.

Sempre in tale rappresentazione, Massimo Troisi, tenta anche un improbabile travestimento da "minollo", sempre allo scopo di poter entrare nell'Arca. Ovviamente, non è ben chiaro come sia fatto un minollo; certamente è bipede (come d'altronde Massimo Troisi), ha un lungo naso (che peraltro non si vede mai) e due grosse orecchie, "casualmente" somiglianti a un foglio di un quotidiano accartocciato.

Successivamente il termine si è diffuso in gran parte del meridione d'Italia come appellativo scherzoso e "canzonatorio" entrato anche in molti modi di dire e proverbi (ad esempio: andare a caccia di minolli = perder tempo, fare i minolli = fare un buco nell'acqua, ecc...).

Consigli per gli Acquisti by Nick - Clicca !

giovedì 7 febbraio 2008

Biografie Daniele Luttazzi

Daniele Luttazzi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Collabora a Wikiquote « Buonasera. Questa edizione del giornale andrà in onda in forma ridotta per venire incontro alle vostre capacità mentali. »

(Panfilo Maria Lippi)
Collabora a Wikiquote « Perché Bin Laden può andare in TV ma io no? »

(Daniele Luttazzi, Decameron)
Collabora a Wikiquote « Berlusconi ama l'Italia come il serpente ama i conigli. »

(Satira e Censura, Lezione all'Università di Firenze)

Daniele Luttazzi

Daniele Luttazzi — all'anagrafe Daniele Fabbri — (Santarcangelo di Romagna, 26 gennaio 1961) è un attore, scrittore, drammaturgo illustratore italiano. Il suo pseudonimo è un omaggio al musicista ed attore Lelio Luttazzi.

Una delle caratteristiche che colpisce di più nei suoi monologhi è la sua «gentilezza blasfema»,[1] aspetto che ricalca lo stile di Lenny Bruce, uno dei modelli di Luttazzi.[2] Egli si riconosce pienamente nello spirito romagnolo, che ha il suo maggior esponente nel sarsinate Plauto.[3][4] La satira, ama ricordare Luttazzi, fin dai tempi di Aristofane si occupa di quattro temi: politica, religione, sesso e morte.[5][6][7][8] La sua comicità nasce come racconto scritto e viene trasformata in libri, monologhi teatrali e programmi tv.[9]

Da diversi anni (1999) collabora negli Stati Uniti come revisore di sceneggiatura (script doctor) per alcuni programmi comici sui canali Comedy Central e HBO. Nel gennaio 2005 esce il suo primo disco, Money for Dope, un «musical elegiaco in dieci quadri» cantato in inglese. Febbraio 2007: è la volta del secondo disco, School Is Boring. Il suo più recente spettacolo è Barracuda 2007.

Luttazzi a Bologna nel 2007
Luttazzi a Bologna nel 2007

Indice

[nascondi]

Biografia [modifica]

Primi anni [modifica]

Infanzia [modifica]

Nella formazione culturale di Luttazzi, ha avuto un ruolo centrale il suo luogo natio, Santarcangelo di Romagna, terra di poeti, sceneggiatori, attori, pittori, musicisti e pedagogisti di fama internazionale (Raffaello Baldini, Tonino Guerra, Flavio Nicolini, Federico Moroni, Paolo Carlini, Arrigo Faini) «...Tu cresci in un paese dove la cultura è coltivata e trasmessa per via orale in cenacoli, in maniera conviviale. Era (ed è tuttora) un paese che ti dà il gusto della cultura.».[10]

Tito Maccio Plauto
Tito Maccio Plauto

In particolare, la passione per il disegno gli è stata trasmessa dallo zio, allievo di Vespignani. E quello per la musica dal nonno, allievo di Arrigo Faini (primo corno nell'orchestra di Toscanini). Nell'infanzia, Luttazzi accede alla raccolta di dischi del nonno (Mozart, Rossini, l'opera) e degli zii che gli fanno ascoltare Sgt. Pepper dei Beatles e gli hit di Burt Bacharach, Elvis Presley e Frank Sinatra.[11][12]

La passione per il teatro deriva invece dalla frequentazione del Festival Internazionale del Teatro in Piazza, la più importante manifestazione di teatro alternativo in Italia, che si tiene a Santarcangelo dal 1971. Durante una delle prime edizioni, Luttazzi vede sui palchi di Santarcangelo il Mistero Buffo con Dario Fo e il signor G con Giorgio Gaber. Ne riceve una impressione notevole che poi lo porterà ad adottare la forma del monologo per la propria attività artistica.[13][14][10]

Luttazzi si riconosce pienamente nello spirito romagnolo, che ha il suo maggior esponente nel sarsinate Plauto.[3][4]

I suoi genitori, insegnanti, sperimentano su di lui la nuova didattica degli anni '60. A quattro anni il piccolo Daniele sa già leggere speditamente e scrivere. In prima elementare, il suo maestro ne nota la precocità e consiglia ai genitori di fargli saltare una classe: Luttazzi sostiene un esame da privatista e viene promosso in terza elementare.

Nel 1974, all'età di 13 anni, vince con un cortometraggio animato un concorso dell'Unesco per alunni di scuola media. Dal titolo Flick sulla luna, era un inno all'amore universale che usava le primordiali tecniche d'animazione del celeberrimo Felix the cat.[15][16]

Gli anni del liceo [modifica]

Frequentò il Liceo-Ginnasio Statale “Vincenzo Monti” a Cesena. La sua vena artistica si manifestò subito: già al ginnasio riempiva il suo diario con vignette e racconti satirici sui professori, che facevano il giro dell'istituto,[17] e nello stesso periodo iniziò a collaborare con alcuni giornali locali.[18] La sua materia preferita, dove si trova come nel suo elemento, è la filosofia: all'esame il professore gli diede il massimo dei voti e una menzione speciale per un suo saggio sul libro di Martin Buber Il problema dell'uomo.

A 17 anni entrò nella redazione del mensile Giochiamo organo ufficiale dei lupetti AGESCI (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani) per il quale scrisse e disegnò la storia a fumetti Le avventure dei Pezzati.[19] La serie venne interrotta all'ottava puntata perché "poco ortodossa".[20][21][22] Nello stesso periodo fece parte della redazione di "Camminiamo insieme", mensile dei rover AGESCI, cui contribuisce con articoli, illustrazioni e strisce umoristiche.

All'inizio degli anni '80, folgorato dalla lettura dei tascabili di Woody Allen, iniziò a scrivere racconti umoristici.[23]

Luttazzi ricevette una solida educazione religiosa dai genitori, che erano dirigenti dell'Azione Cattolica negli anni '50.[24] «I miei erano persone sensibili, dei pedagogisti illuminati. Erano però anche dirigenti dell'Azione cattolica, con una certa fissazione per la religione.».[6] «Sono stato un cattolico fervente, ho fatto il boy-scout fino a 22 anni,[22][25] ho fatto l'istruttore dei boy scout. Tenevo i campi ed ero maestro di espressione".».[6] Uno dei suoi piccoli allievi era un vicino di casa, Fabio De Luigi.

ze Endoten control's [modifica]

Tra il 1978 e il 1981, è leader di uno dei cinque gruppi new-wave della costa adriatica, i ze Endoten control's.[10] Con questa band si divertiva ad applicare alla musica i principi scoperti nel campo della neuro-fisiologia (il funzionamento della sostanza reticolare, un insieme di strutture del midollo spinale che mediano i meccanismi di attenzione); creando la "musica neoplastica" applicava questi principi alla scrittura musicale, per catturare in maniera ipnotica l'attenzione dello spettatore.[26]

I ze Endoten control's aprivano i concerti mettendo in primo piano un registratore che diffondeva una serie di loop sonori, derivati da vecchi dischi di liscio deformati col calore; questi anelli ritornavano secondo progressioni matematiche, che scatenavano un’attenzione nella soglia reticolare; era una musica veramente irritante, perché obbligava ad ascoltare. Dopo un po', qualcuno si alzava e spegneva il registratore, la gente applaudiva perché finalmente finiva quel rumore, ma a quell'applauso il gruppo entrava in scena. «Quell'applauso si trasformava in un’altra cosa, quel passaggio di emozioni mi piaceva moltissimo». Il concerto terminava con il brano Money for Dope.[26]

Il secondo gruppo sono i "Johnny Panic and the Bible of Dreams", che utilizzavano nei testi le poesie di Sylvia Plath.[10]

Gli anni degli studi medici [modifica]

Dopo il liceo classico si iscrisse a medicina. Diventò vignettista al settimanale satirico Tango e fu uno dei fondatori di Comix.[27]

A 19 anni venne eletto Consigliere Comunale a Santarcangelo di Romagna (1980). In una regione rossa, lui era all'opposizione, corrente DC di sinistra.[28][29] In campagna elettorale promise di risolvere il problema di una fogna a cielo aperto che ammorbava la vita di una frazione popolosa. Venne eletto con un numero di voti superiore a quello del capogruppo DC locale. Dopo due anni, risolto il problema, si dimise come promesso.

Si laureò in medicina con una tesi sulla eziopatogenesi autoimmunitaria della gastrite atrofica.[16] Scrisse la tesi sperimentale (che raccoglieva i suoi due anni di lavoro in clinica e in laboratorio[30]) poi la consegnò senza discuterla, per protesta contro le baronie universitarie.[citazione necessaria]

Carriera di comico: lo stile surreale [modifica]

A 26 anni (1987), legge Tropico del Cancro di Henry Miller e decide di abbandonare la carriera medica per dedicare la vita alla comicità.[31]

Gli esordi (1988-1989) [modifica]

A partire dal 1988 si fa notare con i suoi monologhi in teatro. maggio '88: vince il concorso per giovani comici La Zanzara d’oro,[32] con l'inizio del monologo Non qui Barbara, nessuno ci sta guardando (pubblicato poi in apertura del libro Adenoidi). La settimana dopo partecipa alla rassegna "Riso in Italy" al teatro Sistina di Roma.[16] Vince e Renzo Arbore gli propone di partecipare col suo monologo al programma televisivo D.O.C. con GeGè Telesforo (RaiDue), nel quale esordirà tre settimane dopo.[16][10][23] Per tutta l'estate diventa opinionista da Maurizio Costanzo nel suo noto talk show.[10]

L'estate seguente lascia il Costanzo Show in polemica con la "tv del dolore". In autunno viene scritturato dalla Rai per Fate il vostro gioco (1989, Rai Due).[23] Durante le prove generali fa una battuta sul partito socialista (si era in piena epoca craxiana) e viene fatto sparire dal programma.[27][10] È l'inizio della sua prima epurazione televisiva dalla Rai, che durerà 5 anni, fino al '94 quando tornerà nella Rai Tre di Angelo Guglielmi.

La stessa sorte gli capitò, sempre nell'89, con gli sketch Marzullo intervista Hitler, Marzullo intervista Gesù preparati per il programma Banane su Telemontecarlo. Il produttore Sandro Parenzo vede gli sketch realizzati da Luttazzi e ne proibisce la messa in onda. Luttazzi viene pagato, ma le scene registrate non vengono trasmesse sul piccolo schermo. (I testi degli sketch verranno però poi pubblicati nel libro Adenoidi).

1990-1994: la prima epurazione dalla Rai [modifica]

Porta nei teatri gli spettacoli Chi ha paura di Daniele Luttazzi? (1991) e Fate entrare i cavalli vuoti (1992).

Esperienze radiofoniche: nel 1992 scrive Onde comiche per RadioDue, varietà folle di cui è l'unico protagonista: ogni domenica mattina dalle 11 a mezzogiorno racconta le sue avventure nella landa di Lectric Combo, intervallando i monologhi surreali con musiche che spaziano da Battisti a John Zorn.[10]

Nel 1993 traduce #$@&! - L'antologia di Lloyd Llewellyn, il fumetto cult-capolavoro underground di Daniel Clowes;[16] nell'introduzione al volume (Edizioni Telemaco di Daniele Brolli) dimostra di avere gusti precisi e grande competenza riguardo alle opere del mondo dei fumetti.[20]

Sempre nel 1993 scrive in memoria di Andrea Pazienza Splendido amorale per la rivista Duel,[33] in cui ricorda che Pazienza faceva satira vera, una satira che non fa prigionieri.[34] Luttazzi scrive che i disegni di Pazienza, le sue storie, avevano dentro la tecnica e la potenza della tragedia greca, con i suoi oscuri e capricciosi dei pagani.[34]

Nel 1994 pubblica Va' dove ti porta il clito, parodia del libro di Susanna Tamaro Va' dove ti porta il cuore, dello stesso anno.[35] La Tamaro gli fa causa per plagio. Luttazzi vince la causa: il giudice dà torto alla Tamaro, motivando in sentenza che il libro di Luttazzi ricorda il suo perché ne è la parodia. La Tamaro perde anche nel giudizio di secondo grado da lei intentato.[36] Qualche tempo dopo porterà in scena anche uno spettacolo teatrale omonimo,[35] tratto dal libro ma anche con materiali presenti in CRAMPO e Adenoidi.

I primi grandi successi [modifica]

Il grande pubblico comincia a conoscerlo nella stagione 1994-95 sulla Rai Tre di Angelo Guglielmi dove è co-autore e interprete del programma Magazine 3, assieme a Gloria De Antoni e Oreste De Fornari.[37][38] Luttazzi cura le rubriche Sesso con Luttazzi, La Piccola Biblioteca, e La cartolina di Luttazzi. I testi verranno riportati nel libro Sesso con Luttazzi (da essi trae anche l'omonimo spettacolo teatrale, in scena per la prima volta nel '94) e in "Adenoidi".

Ma la popolarità diventa enorme con i personaggi proposti a Mai dire gol: Panfilo Maria Lippi, il prof. Fontecedro e Luisella. (1996-1997).[9] I testi dei tre personaggi verranno riportati nei libri Tabloid e Cosmico!.

Panfilo Maria Lippi è una parodia tagliente e raffinata del giornalismo italiano.[16] Celebre la frase con cui apriva sempre i suoi tg: «Questa edizione del telegiornale andrà in onda in forma ridotta per venire incontro alle vostre capacità mentali».[39] I suoi testi confluiranno nel libro Tabloid e nell'omonimo spettacolo teatrale portato in scena a partire dalla stagione 1997-98. Aldo Grasso, il prestigioso e feroce critico del Corriere della Sera, omaggiò questa creazione di Luttazzi intervenendo in una puntata nei panni di Dingo.[40]

Invece, il professor Fontecedro, docente universitario a Palo Alto, durante il primo governo Prodi, attaccava la riforma Berlinguer della scuola.[41][42] Il suo tormentone, "Cosmico!", viene citato da tutti gli studenti italiani, di cui Fontecedro è il vendicatore.
Fontecedro divenne famoso anche per aver preso in giro una "moda" effettivamente diffusa tra i giovani Californiani: quella di leccare una particolare specie di rospo, il bufo alvarius, che trasuda dalla pelle la bufotenina, una sostanza allucinogena.

Luisella Gori è invece la tipica annunciatrice Mediaset, per la quale Luttazzi si ispira a Gabriella Golia. I programmi tv che annuncia sono piccole perle surreali.: "Domenica, Rete4. La Santa Messa. La trama, ingenua, è un pretesto per far cantare i fedeli."[43]

Il tratto che contraddistingue Luttazzi da qualunque personaggio televisivo è il suo modo tagliente e nevrotico di esprimersi con il pubblico unito ad una gestualità dinamica ed irrequieta, che basa sui principi coreografici di Ted Shawn. Una delle caratteristiche che colpisce di più, come detto nell'introduzione, nei suoi monologhi è la sua «gentilezza blasfema»,[1] aspetto che ricalca lo stile di Lenny Bruce, uno dei modelli di Luttazzi.[2] Il suo metodo di lavoro rimarrà inalterato sin dagli inizi: la sua comicità nasce come racconto scritto e viene trasformata in libri, monologhi teatrali e programmi tv.[9]

Barracuda: l'esordio come conduttore [modifica]

La sua prima trasmissione televisiva autonoma è Barracuda nel 1998 su Italia 1, con la quale Luttazzi introduce in Italia il genere del talk-show notturno inventato in America negli anni '50 da Steve Allen e che oggi ha fra i suoi epigoni maggiori David Letterman e Jay Leno.

Il programma subisce una censura già nella prima intervista (a Claudio Martelli). La produttrice Fatma Ruffini taglia in fase di montaggio il punto in cui Martelli dice: "Berlusconi non è un politico, è un piazzista". Luttazzi a quel punto vuole lasciare il programma, ma la penale miliardaria prevista nel contratto lo costringe a continuare.[44] In seguito, per lo sketch in cui realizza la sindone di Martina Colombari cospargendo l'attrice di cioccolata e facendone lo stampo su telo di lino, a Luttazzi viene proibito di dire " la sindone di Martina Colombari". Potrà dire "il telo, la tela, lo stampo".

Esauriti gli obblighi contrattuali Luttazzi torna alla Rai. Le battute censurate sono state poi incluse nel libro omonimo.[45]

Pubblicità Telecom [modifica]

Nel 2000/2001 è sotto contratto con la Telecom per interpretare in tv degli spot pubblicitari per il servizio 187.[46] Inizialmente il contratto era per un mese, ma lo spot ha un tale successo che il contratto viene rinnovato per due anni.[47]

I registi degli spot sono Riccardo Milani e Marcello Cesena.[5] [147][148][149]

Dopo il primo anno, però, Berlusconi entra in Telecom comprandone il 5 per cento. Luttazzi viene pagato ma non potrà più fare spot per la Telecom fino al termine del contratto.[3][47]

Da Satyricon in poi [modifica]

Satyricon [modifica]

Per approfondire, vedi la voce Satyricon (programma televisivo).

Dopo l'esperienza di Barracuda, con Satyricon (2001), nella RaiDue di Carlo Freccero, Luttazzi ripropone il talk-show all'americana, ma stavolta per farne una sofisticata e micidiale parodia.

La seconda epurazione dalla Rai [modifica]

Luttazzi propone alla RAI un tg satirico di 10 minuti da mandare in onda dopo il TG2, come alternativa a Striscia la notizia,[48][49][2] il cui titolo potrebbe essere Luttazzi istantaneo;[50] ma dopo il Diktat bulgaro le sue proposte vengono regolarmente rifiutate.[51] Luttazzi ricorda che mentre alcuni autori satirici devono il loro ingresso in RAI ad appoggi politici, il suo ingresso è stato dovuto ad un trasparente colloquio con l'allora direttore di Rai Due Carlo Freccero, a cui propose Satyricon.[52] «È il motivo per cui non sono ricattabile ed è il motivo per cui non sono in Rai».[53]

«Finché non torna Freccero, in Rai non ho la possibilità di rientrare: non è mai successo che la Rai sia venuta da me a dire «Daniele ti affidiamo un programma», sono sempre stato io a proporre programmi alla valutazione delle persone competenti. L'aggettivo qui è importante, nel senso che Carlo Freccero è sicuramente un geniale direttore televisivo «competente»: è un teorico della televisione e quando gli ho proposto Satyricon i nostri riferimenti erano McLuhan, Derrida, Debord, Foucault. Gli parli di questi, e lui rilancia. A quel punto, il programma diventava anche sperimentazione sui temi alti della comunicazione. Così è bellissimo fare televisione. La tv migliore è fatta da chi odia com'è di solito la tv. La televisione che fanno adesso invece è brutta perché è improvvisata. E male. Da gente che la ama. »[52] Luttazzi ha inoltre ribadito che finché il presidente della Rai sarà Claudio Petruccioli, il cui mandato scade a fine 2008, a lui sarà impedito di tornare.[52][54]

2002 [modifica]

Luttazzi torna nella stagione 2001-2 a teatro con lo spettacolo Satyricon, tratto dalla omonima trasmissione televisiva. Fa sempre il tutto esaurito. Ma in alcune regioni italiane, come in Puglia, Lombardia e Veneto, i teatri subiscono pressioni politiche per cancellare gli spettacoli di Luttazzi;[55][56] a Cagliari Mauro Meli, sovrintendente della Fondazione Teatro Lirico, e il presidente nonché sindaco Emilio Floris hanno cercato di far saltare la serata.[57]

Nella primavera 2002 pubblica Benvenuti in Italia e spiega: «corrisponde ai canovacci che ho usato fino al 20 gennaio, con in più Luttazzi-Barracuda (il monologo Rebecca usato nello spettacolo Barracuda, Ndw) e alcuni racconti. Tra questi c'è Il circo Marx: nella Francia imperiale erano stati autorizzati solo otto teatri con rappresentazioni classiche inoffensive, e gli altri spazi dovettero chiudere oppure presentare spettacoli messi in scena da clown. Nel mio Circo ci sono Fassino, Rutelli, D'Alema, Bertinotti e altri, mentre l'imperatore fa quello che vuole».[58]

Luttazzi scrive testo e musica per il brano Sometimes cantato da Ada Montellanico e inserito nel cd Suoni Modulanti.[10]

Luttazzi coltiva da quando aveva quattro anni la passione per il disegno, e nel 2002 ha pubblicato la raccolta Capolavori, che raccoglie alcune tavole degli ultimi vent'anni.

2003 [modifica]

Nella stagione 2002-3 porta in scena lo spettacolo Adenoidi, con sottotitolo Bin Laden può andare in televisione e io no, il secondo monologo dedicato principalmente al fenomeno Berlusconi.

Alla prima svoltasi al teatro Ambra Jovinelli, erano presenti in platea Marco Travaglio, Michele Santoro, Carlo Freccero e Paolo Flores d'Arcais.[59]

Il 10 novembre 2003 è stato ospite da Pippo Baudo in un programma sulla censura, in cui è stato censurato;[60][61] Luttazzi, che dall'editto bulgaro non accetta di comparire in tv come ospite, ha accettato l'invito per evidenziare questo paradosso e mostrare la censura in atto. Il comico aveva piazzato una serie di battute su personaggi e temi d’attualità, come la legge Gasparri che a suo dire favoriva smaccatamente Mediaset. «Ma in fase di montaggio», ricorda, «Baudo fece tagliare tutte le battute più feroci. Ai giornalisti fu anche detto che ero stato presente al montaggio. Falso. Il giorno dopo ci fu la strage di Nassiriya, ci misi quattro giorni per far passare sulle agenzie di stampa la denuncia dei tagli subiti. Ma Baudo rimase zitto». L'intervento è durato 10 minuti, ma solo 5 sono andati in onda; nonostante i tagli fossero evidenti, i critici televisivi non si sono accorti di nulla e hanno invece parlato di un intervento light;[62][63] in particolare il critico Sebastiano Messina ha attaccato Luttazzi insistendo nel sostenere che si fosse autocensurato per convenienza;[60] Luttazzi ha risposto definendo Messina incompetente: «La logica e la deontologia, a questo punto, imporrebbero la rimozione del critico cieco. Finché questo non accadrà, a Repubblica avranno una rubrica scadente di recensioni tv».[64] Poco tempo dopo, Messina viene sostituito.
Luttazzi e Baudo si rividero l'anno scorso a Torino, al Salone del Libro. Aldo Grasso, il critico del “Corriere”, era con Baudo nella hall dell'hotel Lingotto. «Mi vede, mi chiama, e gli dice: “C'è qui Luttazzi, quello che hai tagliato”. Baudo allarga le braccia. Dice solo: “Eh be', eh be', eh be'...”. Mi abbraccia, si gira e se ne va».

Il 24 novembre 2003 la compagnia del Gruppo dell'Archivolto mette in scena i suoi Dialoghi platonici; tra essi anche il racconto Stanotte e per sempre, la cui rappresentazione viene riportata in maniera fasulla dalla stampa, che si era basata su una agenzia ANSA menzognera secondo cui addirittura Luttazzi in scena vestito da Andreotti sodomizzava il cadavere di Aldo Moro. Nuove polemiche, tra cui le richieste di censura da parte di politici di destra e sinistra che approfittano del pretesto per auspicare paletti alla satira.[60] Luttazzi mostra il video della serata e le denunce cadono.

I Dialoghi platonici sono interpretati (nei ruoli di Fedone, Timeo, Gorgia, Menone) da Massimo Mesciulam, Giorgio Scaramuzzino, Nicola Alcozer e Aldo Ottobrino;[65] i dialoghi vertono sulla pedofilia nella Chiesa cattolica, dei consumi e divieti delle droghe e le leggi considerate reazionarie del governo Berlusconi. L'attore Aldo Ottobrino legge anche il racconto sul caso Moro Stanotte e per sempre. La regia è di Giorgio Gallione.

2004 [modifica]

Nel 2004 decide di terminare la sua collaborazione con la rivista Rolling Stone, «a causa di un'intervista-marchetta a Carlo Rossella» fatta dal direttore Carlo Antonelli.[66] Il numero in cui era pubblicata l'intervista era dedicato alla guerra, ma nell'intervista a Rossella, il quale passò all'ambasciata americana a Roma il falso dossier sulle armi di distruzione di massa in Iraq con cui Bush giustificò la sua guerra, le domande vertevano su argomenti come «qual era il suo gruppo preferito negli anni '60?».[67][66] Luttazzi rivelò poi di uno scambio di mail interno alla redazione che è stato reso pubblico per errore, che rivelava un retroscena dell'intervista: «l'autore ammetteva che si sarebbe trovato in tv con Rossella nella giuria di un premio. Quindi non mi ero sbagliato, il tono affettuoso aveva un motivo.». Luttazzi raccontò il fatto sulla stessa Rolling Stone in un'intervista, ma questa affermazione «venne censurata per parare il culo a qualcuno.»[67]

Giuliano Ferrara gli offre una rubrica su il Foglio, in cui poter scrivere con piena libertà, ma Luttazzi rifiuta «perché il contesto è importante, e io sul Foglio non voglio comparire».[68]

A fine 2004 la Bompiani ha pubblicato la sua nuova traduzione, completa e fedele, dei classici di Woody Allen: Rivincite, Senza Piume, Effetti Collaterali.

Nella stagione 2004-5 ha portato nei teatri Bollito misto con mostarda, uno spettacolo di satira di attualità.[69] Nell'anteprima per il mensile MAXIM (novembre 2004) ha dichiarato: «Commenterò quello che sta capitando in Italia e nel mondo: guerra, terrorismo, religione e ciò che succede quando la politica è in mano a reazionari del calibro di Bush, Blair e Berlusconi. I quali si stanno dando un gran daffare per risolvere la guerra in Iraq. O almeno, il gran daffare di chi se ne sbatte delle sorti del mondo».[70]

2005 [modifica]

Il 21 gennaio 2005 ha pubblicato il suo primo album musicale, Money for Dope.[71] Si tratta di un musical elegiaco, composto da 10 pezzi scritti da Luttazzi nell'arco di vent'anni, e arrangiati dal jazzista e direttore d'orchestra di fama internazionale Massimo Nunzi.[72][73] Il disco narra la storia di un'amica morta per overdose, e contiene sia aspetti tragici, sia momenti buffi ed ironici.[21][74]

Esperto di tecniche di comunicazione, nel febbraio 2005 è stato interpellato da la Stampa per analizzare il simbolo con cui L'Unione si presentava alle elezioni.[75] Nel 2005 per la rivista MicroMega intervista diversi autori satirici italiani, ponendo loro domande sulla satira. Fra questi Stefano Benni, Sergio Saviane, Riccardo Mannelli.[76]

Nella primavera 2005 è uscito il libro "Bollito misto con mostarda", che contiene i testi dello spettacolo e altri inediti. Il libro è stato presentato in anteprima con un video sul sito della Feltrinelli.[77]

Il 4 ottobre 2005 il suo sito ufficiale si arricchisce di blog e podcast mp3.[78][79]

Viene invitato da Adriano Celentano nel programma Rockpolitik, assieme a Biagi e Santoro. Luttazzi e Biagi declinano l'invito.[80]

2006 [modifica]

Il 12 gennaio 2006 "chiude" il suo blog, tornando ad una pubblicazione poco frequente e disabilitando la possibilità di inserire commenti. Lo scopo è di evitare le derive populistiche insite nella forma di comunicazione del blog.[81][82][83]

Nella stagione 2005-2006 porta in teatro lo spettacolo Come uccidere causando inutili sofferenze, in cui immagina di essere inviato dal governo in missione in Iraq ad allietare le truppe italiane, «perché sono lì che credono di essere in missione di pace ma quando gli sparano addosso si avviliscono».[84][85]

L'ultima data del tour, il 24 novembre 2006 al Palalottomatica di Roma, fa il tutto esaurito con 7000 spettatori. Nel bis Luttazzi ha anticipato alcuni temi del monologo successivo (Barracuda 2007) con una satira del governo Prodi. Precisando di averlo votato «perché avevo presente la squallida alternativa», Luttazzi ha criticato con battute la scelta di Mastella come ministro della giustizia, la disattesa cancellazione delle leggi vergogna, della legge 30 e della legge Fini, ha stigmatizzato l'indulto esteso ai reati finanziari e ai grandi crimini, la proposta di legge Gentiloni che non consente la nascita del terzo polo televisivo, e altri aspetti.[86] Il Corriere della Sera, scrivendo della serata, non dice però che Luttazzi si è detto a favore della finanziaria, unico comico in Italia: legge della quale ha spiegato gli aspetti positivi come le misure efficaci per il risanamento economico.

2007 [modifica]

Daniele Luttazzi a Roma
Daniele Luttazzi a Roma

In anteprima dal 10 novembre 2006 a Conegliano, e in prima nazionale il 26 gennaio a Bologna,[87] Luttazzi debutta con Barracuda 2007.

A febbraio esce il secondo disco, School Is Boring. 10 ritratti femminili[54] descritti in canzoni struggenti e insolite, composte fra il 1979 e il 2005. Il disco viene distribuito inizialmente solo su internet, dal 15 giugno ne viene commercializzata una versione su cd.

Riguardo al rientro in televisione, Luttazzi vuole rientrare dove lavorava prima, in Rai. «In tv potrei tornare benissimo. Ora che è cambiato il governo le offerte fioccano, da LA7 a Sky. Ma dalla Rai nessuna nuova. In Rai le cose dal punto di vista della satira non sono cambiate affatto. Hanno messo presidente Petruccioli, direttore Cappon, vicedirettore Leone. All'epoca di Satyricon si espressero tutti e tre in maniera fortemente critica. Secondo loro era l'emblema del peggio che poteva essere fatto in tv.»[88]

Nell'ottobre del 2006, Sky gli ha offerto uno spazio nel nuovo canale comedy: quando Luttazzi ha esposto l'idea del suo nuovo programma, Sky ha subito proposto delle modifiche che ne edulcoravano il contenuto. Luttazzi li ha congedati.[89][150]

Dicembre 2006: Pippo Baudo chiede a Luttazzi di fare con lui il Festival di Sanremo 2007. Luttazzi rifiuta. Scrive l'Espresso: "Stava per finire l'esilio forzato dalla Rai di Daniele Luttazzi, in vigore dall'aprile 2002 (dopo l'editto di Sofia di Berlusconi). Stava per: e invece no. Due settimane fa Pippo Baudo telefona a Luisa Pistoia, la ex manager dell'autore satirico per dirle: «Voglio Luttazzi con me a Sanremo». Al Festival 2007, che aprirà il 27 febbraio. La ex manager, molto sorpresa, informa subito Luttazzi. Il quale le risponde senza esitazioni: «Di’ pure a Baudo che non mi interessa». Trovare un artista italiano che rifiuti Sanremo è più raro che incontrare sant’Orsola a Gomorra. Perché Luttazzi (che di recente ha rotto una trattativa con Sky) ha snobbato Baudo? «Perché non c’entro niente con Sanremo», risponde: «Non è il mio contesto. Io faccio satira vera, parlo di politica, religione, sesso e morte. Cosa ci farei lì?». Magari solo per il gusto di veder finire l'embargo Rai. «Capisco la motivazione dell'invito di Baudo. Ma non mi interessa fare la scimmietta del circo».

Luglio 2007: Il direttore di La7 Antonio Campo Dall'Orto ha annunciato: «Ah, a proposito, non lo sanno neanche i miei dirigenti che sono qui, perché non ho avuto nemmeno il tempo di comunicarglielo, ma dal prossimo autunno Daniele Luttazzi torna in tv e torna da noi» e aggiunge: «Si tratta di dieci appuntamenti in seconda serata dove Daniele sarà libero di poter dire e fare quello che vorrà. La nostra è una televisione che per certi versi definirei anarchica dove però ognuno deve prendersi le proprie responsabilità sia per quello che dice sia per quello che fa. Ero certo che Luttazzi dovesse tornare in televisione e per molti anni mi sono chiesto come mai non accadesse. A me Luttazzi fa ridere, mi diverte e trovo che uno come lui non possa mancare dall’etere italiano» (...) «Per quanto riguarda le querele ne abbiamo già prese anche con altri programmi e, peraltro, ne siamo sempre usciti vincitori. Luttazzi non è un matto e sa perfettamente come comportarsi».[90]

La trasmissione Decameron andava in onda nella seconda serata del sabato sera, dal 3 novembre e trattava, come recita il titolo, di "politica, sesso, religione e morte". Le prime due puntate hanno toccato punte di due milioni di spettatori e la quarta ha superato i due milioni e mezzo, record assoluto per l'emittente [citazione necessaria].

Il programma viene sospeso sabato 8 dicembre 2007, prima della messa in onda della puntata numero 6, che avrebbe dovuto trattare l'ultima enciclica promulgata da papa Benedetto XVI.[91] La7 sospende il programma per una battuta contro Giuliano Ferrara, ritenuta offensiva e lesiva del giornalista che è anche uno dei volti più noti della rete.[92] Nella puntata numero 5 Luttazzi aveva pronunciato questa frase:

Collabora a Wikiquote « Dopo 4 anni di guerra in Iraq, 3.900 soldati americani morti, 85.000 civili iracheni ammazzati e tutti gli italiani morti sul campo anche per colpa di Berlusconi, Berlusconi ha avuto il coraggio di dire che lui in fondo era contrario alla guerra in Iraq. Come si fa a sopportare una cosa del genere? Io ho un mio sistema: penso a Giuliano Ferrara dentro una vasca da bagno con Berlusconi e Dell'Utri che gli pisciano addosso, Previti che gli caga in bocca e la Santanchè in completo sadomaso che li frusta. Va già meglio no?".[93] »


Secondo Luttazzi la sospensione del programma sarebbe invece dovuta alla sua intenzione di dedicare la sesta puntata all'enciclica papale Spe Salvi. L'attore ritiene infatti pretestuoso il motivo addotto dalla direzione della rete.[94]

Dopo la sospensione, Luttazzi è stato allontanato da La7, che si è riservata il diritto di adire alle vie legali nei suoi riguardi. Luttazzi ha anche riferito che, mentre era in corso la registrazione della puntata numero 6, alcuni funzionari sono entrati nello studio chiedendo di interrompere la produzione. Il comico ha rifiutato, proseguendo sino al termine. Inoltre, secondo Marco Travaglio, che l'ha riferito domenica 9 dicembre 2007 a Crozza Italia, trasmessa da La7, l'emittente avrebbe cancellato sia le registrazioni delle cinque puntate trasmesse, sia quelle che sarebbero state inserite nelle puntate future. La direzione de La7, durante la trasmissione stessa, ha però smentito la notizia.

Per approfondire, vedi la voce Decameron (programma televisivo).

Opere [modifica]

Adenoidi [modifica]

Per approfondire, vedi la voce Adenoidi (Luttazzi).

Adenoidi raccoglie testi di monologhi, sketch televisivi racconti e articoli di rivista scritti dal 1988 al 1994.

Il titolo è in riferimento alla prima epurazione dalla Tv subita da Luttazzi nel 1989. Le adenoidi sono delle ghiandole linfatiche che quando si infiammavano un tempo venivano asportate; il titolo perciò è una metafora dei monologhi: «quando sono infiammati vengono asportati dalla televisione. Diciamo che “Adenoidi” è un monologo sulla libertà di espressione».[36]

Nella presentazione sul risvolto interno di copertina, il critico Daniele Brolli scrive: «Sarebbe grave limitare i paragoni possibili a Lenny Bruce o Woody Allen.», «Questo è il libro che Karl Kraus non scrisse e quello che Kurt Vonnegut jr e Mark Leyner dovevano ancora iniziare quando Luttazzi li ha preceduti.»

Aldo Grasso del Corriere della Sera l'ha citato come esempio di «raro acume e amara comicità».[95]

Sesso con Luttazzi [modifica]

Nella stagione 2003-4 ha riproposto una versione aggiornata del suo spettacolo Sesso con Luttazzi come fa ogni 5 anni[96] («cioè ogni volta che faccio sesso»[97]), con l'obiettivo primario di «divertire e informare».

È uno spettacolo scientifico[98] e pedagogico;[99] ha una struttura catechistica, con domande e risposte sul sesso; le risposte sono comiche, ma vere; il pubblico si diverte, ma impara.[100] L'impianto scenico e la struttura sono una parodia della messa cattolica; c'è infatti ad un certo punto un riferimento all'innalzamento del sangue mestruale dove Luttazzi recita delle frasi di Virgilio in latino.[101]

Intervistato sul collegamento tra sesso e libertà da Enzo Mangini sul settimanale CARTA, Luttazzi ha spiegato: «Il collegamento è enorme e lo tracciava Michel Foucault già negli anni sessanta. Il potere religioso e quello economico usano da sempre il sesso per controllare le persone. È ovvio che la liberazione personale passa da quella sessuale, perché il sesso determina non dico ogni secondo, ma quasi, della nostra esistenza. Non vorrei esagerare con una visione sessocentrica, ma di fatto questo è: siamo dominati da pulsioni di cui non ci rendiamo conto e che non controlliamo. Invece, il potere economico, con la pubblicità, e le chiese, con i divieti morali, le usano. Dominano il desiderio: creano dei desideri artificiali, che tu non sapevi di avere (la vita lussuosa, la vita eterna) e ti propongono delle soluzioni altrettanto artificiali, che non corrispondono alla realtà. È faticoso informarsi, è faticoso essere indipendenti. Da soli si può fare ben poco, bisogna unirsi e provare a diffondere la consapevolezza di esigenze vere».[102][103][104][105][106]

Ogni 5 anni lo spettacolo viene aggiornato per tenere conto dei cambiamenti delle generazioni. «La prima versione poneva le fondamenta di un discorso di liberazione sessuale di cui tutti, credo, abbiamo bisogno. Esplorava gli aspetti più meccanici della sessualità, che vengono normalmente trascurati, come certe posizioni o il punto G maschile, del quale sono stato il primo a parlare».[99] L'ultima versione tiene conto inoltre di novità come il Viagra, il gel vaginale, delle quattordicenni disinibite e della nuova visione del matrimonio: «Si è evoluta anche la consapevolezza di quanto il matrimonio sia legato alla cultura e non alla natura. Una coppia su tre dopo dieci anni sceglie il divorzio: se capitasse a un'auto, il modello verrebbe ritirato dal mercato».[99] Si parla anche di tematiche legate alla meccanica e alla fisiologia, alla convivenza e ai sentimenti, agli aspetti medici e alla prevenzione».[99]

Tabloid e Panfilo [modifica]

Lo spettacolo differisce da ciò che è stato proposto a Mai Dire Gol, perché contiene molte battute su cui la Gialappa's poneva il veto, o che non si prestavano al mezzo televisivo. «Col pubblico televisivo l'approccio è senz'altro diverso, perché la televisione è un mezzo grossolano e l'ironia, per esempio, non passa o passa parecchio inosservata. (...) E quindi devi ricorrere solamente ad effetti di massa, all'equivalente retorico della "esplosione": devono essere battute secche e molto evidenti. A teatro invece e sulla pagina scritta puoi permetterti cose più sottili: la satira, l'ironia, le assurdità un po' particolari che in televisione non vengono accettate. »[9]

Capolavori [modifica]

Ad ogni personaggio disegnato è associato un breve racconto umoristico. Sono presenti diversi stili, come quello anni '50 o quello tipico delle vignette, ognuno realizzato con tecniche e penne diverse.[107] Interrogato sul significato del libro Luttazzi ha risposto: «Il mio ideale è sempre stato quello di scrivere libri brevi e divertenti che possano essere capiti da tutti, anche da Gasparri».[108]

Spiega Luttazzi: «Quando vedo un mio quadro mi piace immaginare la storia dietro al personaggio rappresentato. Le tavole hanno vita, sono disegni in cui il protagonista non è il soggetto ma quello che ha attorno, i visi spesso sono accennati, stilizzati, presentati con quelle caratteristiche che più che descrivere un particolare lo ricordano. Due punti diventano un naso, una linea che manca viene immaginata dando vita ad un movimento, ad una storia».[109]

Adenoidi 2003 [modifica]

La prima parte dello spettacolo tratta temi dell'attualità, la seconda è una parte autobiografica: «racconta di come una certa educazione cattolica possa complicare i rapporti con l'altro sesso».[36] Nella parte sull'attualità, si occupa ampiamente del governo Berlusconi[110] col concetto di Golpe al rallentatore,[111][112][113] e delle anomalie della televisione italiana, con lo sketch sui cinque tabù della RAI[13][114]

Lo spettacolo contiene anche il già citato monologo Adenoidi, «il primissimo monologo: lo ripropongo perché risale alla prima epurazione dalla Rai, nel 1988, cosa che si è ripetuta. Lo metto come segno di buon auspicio».[115]

Traduzioni di Woody Allen [modifica]

Una nuova traduzione, completa e fedele, dei classici di Woody Allen: Rivincite, Senza Piume, Effetti Collaterali. Le precedenti traduzioni, pubblicate 30 anni prima, erano una versione addomesticata, per avvicinare il mondo surreale di Allen ai gusti del pubblico italiano, abituato alla comicità televisiva di Gino Bramieri.[49][116][47]

Per catturare in pieno lo spirito di Allen, è necessario «avere dimestichezza con il mondo dell'autore. Woody Allen non nasce dal nulla, si riferisce ad una tradizione umoristica ebraico newyorkese che bisogna conoscere per capire sia le novità che gli apporta sia gli omaggi che lui gli tributa. Penso a Bob Hope - che non era ebreo, ma lo erano tutti i suoi autori -, penso a tutti gli autori televisivi con cui Allen collaborò ad inizio carriera, negli anni '50: Neil e Danny Simon, Mel Brooks, Larry Gelbart, sceneggiatore di Mash. Ancora possiamo citarne tantissimi altri e quindi capire automaticamente qual è il senso che lui vuole dare ad una battuta. Inoltre molte delle sue battute contengono termini yiddish. Trent’anni fa non c’erano vocabolari yiddish, oggi io, a casa, ne ho cinque! Inevitabilmente il mio compito è molto più facilitato dalla conoscenza maturata nel tempo.»[49]

Nelle precedenti traduzioni, le battute più scabrose o surreali erano state addomesticate, sostituite con giochi di parole (una tecnica che Allen non ha mai utilizzato), o eliminate del tutto, quando addirittura non sostituite da battute inventate di sana pianta dai traduttori. Inoltre due interi racconti non erano stati neanche tradotti (Origini dello slang e Memorie del sovrappeso).[117]

Bollito misto con mostarda [modifica]

Bollito misto è il terzo monologo di una trilogia dedicata a Berlusconi, il primo era Satyricon, che si occupava dell'ascesa al potere; poi Adenoidi, che parlava della presa del potere e infine Bollito Misto, che narra la fase di decadenza dell'impero»,[118] perché spiega Luttazzi «storicamente si sa che quando un impero raggiunge il suo acme in realtà è già cominciata la fase di decadenza. Per fortuna – ironizza – Berlusconi non legge i libri di storia, tant’è vero che è convinto che Romolo avesse un fratello di nome Remolo».[119] Anche questo spettacolo è stato rifiutato da alcuni gestori teatrali, come al teatro Olimpico.[120] Luttazzi si affitta da solo l'Auditorium per due giorni e fa il tutto esaurito.

Durante la tournée lo spettacolo venne costantemente aggiornato in base agli avvenimenti dell'attualità; ad esempio la prima a Roma capitò lo stesso giorno dell'elezione di Ratzinger,[121][122] al che Luttazzi esordì con un profetico: «Eletto il nuovo papa. È il cardinal Ratzinger. Subito condannato di nuovo Galileo»; seguirono altri 10 minuti di battute sul tema, fra cui: «Ratzinger ha invitato i giovani a praticare la castità. Se funziona con loro, poi proverà con i preti».[123]

Nel linguaggio usato nel monologo, la parola tecnica e scientifica (prevalente quella anatomico-biologica, derivata dagli studi in medicina) serve a mantenere elevato il livello del gioco linguistico, a dare alla materia corporea e corporale tutta la dignità artistica e creativa che merita.[124]

Il titolo si riferisce metaforicamente a un piatto tipico romagnolo, invernale come lo spettacolo e la satira.[112] La mostarda allude inoltre al gas mostarda usato nella Prima guerra mondiale. Lo spettacolo termina elevando la ferocia satirica al piano della poesia col remake virtuosistico di una gag classica e impervia: Jerry Lewis e la sua macchina per scrivere.[125]

Il monologo è solo una piccola parte del libro omonimo, che è diviso in tre sezioni: la prima, surreale, vede Luttazzi in missione in Iraq ( ne ricaverà il monologo "Come uccidere causando inutili sofferenze" ); la seconda, satirica, espande i temi politici e religiosi del monologo "Bollito misto"; la terza infine è una fantasia grottesca che coinvolge vari divi del jet set internazionale invitati al matrimonio di Madonna ( di questa, il racconto spiega il passaggio dal libro "Sex" all'ebraismo ).

Come uccidere causando inutili sofferenze [modifica]

Luttazzi immagina di essere inviato dal governo in missione in Iraq ad allietare le truppe italiane, «perché sono lì che credono di essere in missione di pace ma quando gli sparano addosso si avviliscono».[84][85]

Luttazzi racconta tappa dopo tappa tutto quello che succede da Nassiria risalendo il Tigri e l'Eufrate fino a Mosul e a Tikrit.[54][126] I particolari del viaggio sono tutti veri: Luttazzi impiega un anno e mezzo per scriverlo, attingendo informazioni da un amico che fa l'istruttore dei reparti scelti a Nassiriya e che gli mostra filmati inediti.[127].[128]

La "commedia" sussiste invece nelle interazioni con gli altri personaggi. Il tema è satirico ma diversamente dagli ultimi suoi spettacoli il trattamento è comico surreale, i toni sono quelli di una farsa tragica e surreale: «affronto delle bugie per le quali la gente sta morendo».[54][129] «Cronaca, satira, trovate surreali e rimandi all'attualità si incrociano secondo una tecnica nuova e stimolante per il pubblico».[34] «La novità qui però è il modo in cui utilizzo la satira e si ride in modo molto comico. Adesso sono concentrato unicamente sulla guerra, mentre nei monologhi precedenti io usavo la satira "secca". Faccio un esempio. Nel caso Unipol, se Fassino diceva una cosa, io la commentavo e poi ci facevo su della satira. Ma c'è un altro modo che è più surreale, quello in cui il giudizio arriva in un secondo momento. »[127]

Barracuda 2007 [modifica]

In anteprima dal 10 novembre 2006 a Conegliano, e in prima nazionale il 26 gennaio a Bologna,[87] Luttazzi debutta con Barracuda 2007, un monologo del 1999, ma al solito completamente rivisto e aggiornato. Il monologo verte sull'attualità mischiata a fatti personali.[130] La prima parte più surreale, comprende appunto la versione aggiornata di Barracuda. La seconda parte invece, più satirica, si occupa dell'attualità.

«Cercherò anche di affrontare il clima culturale». Cioè? «Visto che gli italiani amano informarsi e divertirsi guardando la tv, è importante vedere come mai in questi cinque anni abbia preso piede la strana figura del presentatore paraculo. Analizzerò i vari casi di paraculismo italiano».[131]

Nello slogan di presentazione, Luttazzi dissuade chi potrebbe andare allo spettacolo casualmente senza sapere a cosa va incontro: «Prepariamoci a un Luttazzi più che mai scorretto, efferato, estremo nelle provocazioni, persino abominevole».[132] Spiega Luttazzi che «occorre essere preparati ad un certo tipo di umorismo, avere la mente elastica, aperta. Cerco di offrire una serata di intrattenimento puro, ma moderno, non legato ai vecchi schemi della comicità che imperano tuttora in televisione».[130]

Pensieri, idee, opinioni [modifica]

La battuta [modifica]

Giovanni Pascoli
Giovanni Pascoli

Luttazzi considera ogni battuta come una piccola poesia; le regole di base infatti sono le stesse: la brevità, di cui parlava Shakespeare (il "brevity is the soul of wit" dell' Amleto), l'esattezza dei termini, di cui si raccomandava Pascoli e il ritmo,[54] la cui importanza per il comico venne teorizzata da Milton Berle. Ogni battuta, suscitando la risata, mette in luce una piccola verità. La deontologia del comico, secondo Luttazzi, consiste nel fare le battute che fanno ridere l'autore, anche se non ne condivide il contenuto e non è ancora pronto ad accettarne la piccola verità. «Quando una battuta mi fa molto ridere, ha una piccola verità che io devo rispettare. E allora dico la battuta perché sono convinto che nel tempo mi persuaderà nella sua verità».[133]

L'umorismo, in senso freudiano, consiste invece nel mettere l'anestesia alle emozioni e ai sentimenti.[26]

L'evoluzione del gusto [modifica]

Come per tutta l'arte, il gusto per la comicità è soggetto ad evoluzione, per cui ci sono battute a cui non si può ridere finché non si è fatto un certo percorso.[10] «Uno scrittore di aforismi del Settecento, Georg Lichtenberg diceva che "più si conosce l'umorismo, più si diventa esigenti in finezza". Questo vale per l'autore satirico, ma vale anche per il pubblico, di qualsiasi tipo.[5]

Facendo un paragone pittorico, «è come se il pubblico fosse ancora fermo a De Pisis: tu gli fai una battuta che sembra Klee, e loro non l'apprezzano. Non intellettivamente, ma come gusto».[5] Come autore, scrivendo battute e occupandoti di comicità, col passare degli anni «non ti accontenti più delle tecniche vecchie e quindi scrivi cose nuove, battute anche tecnicamente nuovissime alle quali sai benissimo che la gente non potrà ridere perché il loro gusto comico non è evoluto come il tuo».[10] «Purtroppo, più le battute sono vecchie e scontate, più la gente le apprezza, perché le capisce subito»,[5] ed è per questo che molti comici televisivi hanno successo anche se ripropongono battute vecchie di trent’anni. Questo avviene in ogni campo dell'arte, e Luttazzi fa un ulteriore paragone con la musica: «è possibile che una persona che ascolta Mino Reitano possa apprezzare John Zorn? No, è impossibile, perché non è preparata a quella musica. In compenso, per una persona che apprezza John Zorn, è possibile apprezzare Mino Reitano. C’è un percorso che devi fare, e non tutti hanno voglia di farlo. Non si nasce imparati.»[5]

«In ogni mio spettacolo, c’è sempre una battuta che gela il pubblico».[5] «C'è una tradizione comica, quindi il pubblico magari è ancora fermo non so a Walter Chiari (geniale, bravissimo) e tu fai battute tipo: "che sapore ha un feto appena abortito? Pollo crudo". »[10] «“Questa che cos’è?”, pensano. Non sanno collocarla. Capita a volte che uno rida. Evidentemente il suo gusto è arrivato fino a quel punto. Recentemente, a Napoli ho riproposto la battuta sul feto. Gelo. “Eh, ma non fa ridere”, dicevano. “No, vi assicuro che fa molto ridere. Non fa ridere voi, perché dovete ancora fare un percorso. Io quel percorso l'ho già fatto. Fra vent’anni vi farà molto ridere, fidatevi”».[5]

Quindi c'è anche un dovere educativo verso il pubblico. «Per esempio: dieci anni fa io facevo Magazine 3, quindi Sesso con Luttazzi in televisione. Tu vedi adesso le cose, come dicevi tu, in quel programma di RaiSatExtra ed è perfettamente comprensibile. All'epoca mi davano del matto. Dice non è possibile far vedere in televisione tu che mangi su una tartina dello sperma o che bevi una caraffa di mestruo. Adesso, sulla scorta di altre cose che vengono dall'America, dall'Inghilterra e da altri paesi, sembra normale. Noi lo facevamo in Italia già dieci anni fa. Ma io lo facevo perché avevo letto Frigidaire, per esempio. Per dire e per tornare al discorso di prima. Perché attingevo a una creatività che era veramente nuova e che insegnava al resto del mondo a fare certe cose.»[10]

La satira [modifica]

La satira è una forma libera del teatro che storicamente e culturalmente, ricorda Luttazzi," risponde ad un'esigenza dello spirito umano: l'oscillazione fra sacro e profano".[134][135]

La satira, dice Luttazzi, si occupa da sempre di temi rilevanti, principalmente la politica, la religione, il sesso e la morte,[5][6][7][8] e su questi propone punti di vista alternativi, e attraverso la risata veicola delle piccole verità, semina dubbi, smaschera ipocrisie, attacca i pregiudizi e mette in discussione le convinzioni.

Per Luttazzi, "la satira è un punto di vista e un po' di memoria". Questo, assieme ai temi rilevanti che affronta, la distingue dalla comicità e dallo sfottò, nei quali l'autore non ricorda fatti rilevanti e non propone un punto di vista ma fa solo del "colore".

La satira, l'informazione e lo sfottò [modifica]

La satira è anche un indicatore del grado di democrazia di un paese. La satira dà fastidio ai potenti perché ricorda i fatti e nel commentarli in modo divertente consente allo spettatore di mettere in prospettiva il fatto e quindi di comprenderlo.[136][66][29][137] Di fronte alla mole di notizie, un autore di satira deve saper cogliere quelle rilevanti e separarle da quelle irrilevanti, che è proprio quello che non viene fatto in televisione, perché non si vuole che la gente prenda coscienza di quello che sta capitando.[121][29]

Luttazzi ricorda spesso uno dei più grandi autori satirici e giornalisti di tutti i tempi, Karl Kraus, col suo giornale La Fiaccola (Die Fackel) faceva contro-cultura nell'epoca nazista.[138][139] La satira nel commentare i fatti che accadono non risparmia nessuno; «I fatti non sono né di destra né di sinistra e la satira non fa propaganda. In questi anni, invece, il Polo ha cercato di far passare come fazioso chiunque esprimesse critiche legittime e oggettive sul suo operato. Attaccare il potere non è attaccare la democrazia, è la democrazia. E chiunque in democrazia ha la sua quota di potere...».[140] «Dicono anche che sono fazioso, ma la satira deve essere faziosa. Anche per Cleone, Aristofane era fazioso, perché era vittima dei suoi strali. Alla lunga si è visto che Aristofane aveva ragione. »[29]

È importante distinguere la satira dal semplice sfottò. Lo sfottò è la presa in giro bonaria, la parodia, la caricatura;[141] lo sfottò è reazionario perché alla fine rende simpatico il personaggio preso di mira, come Fiorello con La Russa.[142] La satira invece esprime un punto di vista, su un fatto specifico, fa nomi e cognomi, e impegna personalmente l'autore. «La satira inquieta, semina dubbi. Io non offendo le persone ma i pregiudizi, in primo luogo i miei».[115] «La comicità leggera, quella dei giochetti di parole, va benissimo, se però è permessa anche l'altra. Se questo non è possibile, la comicità "light" significa ritirarsi nella torre d'avorio come capitava agli scrittori dell'epoca fascista che si rintanavano nel bello scrivere per evitare di affrontare i problemi veri. Queste cose le abbiamo studiate nei libri di scuola, sembravano lontane, ma oggi le stiamo rivivendo».[121] La televisione ha abituato il gusto degli italiani alla comicità d'evasione, all'umorismo innocuo, allo "zucchero filato"; ma «una dieta di solo zucchero filato ti uccide, serve anche il pollo arrosto».[34].[143][49]

Per tenersi costantemente informato Luttazzi legge ogni giorno quattro quotidiani nazionali e due stranieri, più i siti internet indipendenti che «sono veramente una miniera di notizie»;[121] alcuni sono citati nel suo blog: Indymedia Italia, MoveOn, AlterNet, articolo21, il Progetto per un nuovo secolo americano, Disinfo, Dagospia, Nazione Indiana. «La tv invece la guardo per infuriarmi. Se penso che la maggioranza degli italiani si informa col tg1 di Mimun mi viene lo sconforto».[144]

I temi della satira [modifica]

Rappresentazione di Aristophanes
Rappresentazione di Aristophanes

Come ogni cosa che si occupa delle relazioni tra esseri umani e delle forze che condizionano e modificano questi rapporti, la satira è essenzialmente politica.[8] «Siamo un paese plagiato dal cattolicesimo. Per questo il bersaglio principale è il sesso. Altri tabù sono la Chiesa e la politica. Da noi non si accetta il fatto che la satira sia anti-dogmatica, anti-ideologica e quindi anti religiosa».[145]

Satira e limitazioni [modifica]

Luttazzi ha ricordato la definizione che ne diede Dario Fo quando venne ospite a Satyricon: «la satira è una forma libera, assoluta del teatro». In risposta a un consigliere Rai che aveva dichiarato che «la satira deve deformare non informare» Luttazzi ha più volte replicato «La satira informa, deforma e fa quel cazzo che le pare».[57] La satira vera si vede dalla reazione che suscita: più cercano di bloccarti, più vuol dire che stai facendo bene il tuo lavoro.[146].[29]

Luttazzi ricorda anche un principio di Mel Brooks: «la satira se non è eccessiva non fa ridere».[125] È sbagliato parlare di volgarità della satira, essa da sempre ha come tecnica (corpo grottesco) la riduzione alla esigenze corporali: mangiare, bere, defecare, urinare, scopare.[135] Chi lancia accuse di volgarità è un ignorante, e dovrebbe leggersi i capolavori del genere: Aristofane, Ruzante, Rabelais, Swift, Sterne, Karl Kraus e Dario Fo.[147]

La satira tende a svalutare e non c'è niente di più svalutante della merda.[46] Luttazzi ama dire che " la merda è per l'autore satirico quello che la pietra filosofale era per l'alchimista. L'autore satirico utilizza l'escremento per arrivare alla grazia. "[143]

«La fatica ad accettare la satira c'è sempre stata, ma oggi è più forte che mai. Io credo che le motivazioni siano di due tipi: da una parte c'è il problema della dicotomia anima-corpo, vale a dire della non accettazione della componente corporea, di tutto ciò che è espressione del corpo e che viene dalla nostra cultura sempre censurato; d'altra parte credo che ciò a cui stiamo assistendo in questi tempi sia un progressivo ridursi della competenza del pubblico in quanto tale.»[148]

Il gusto per la satira [modifica]

Il gusto per la satira si acquisisce in età adulta, e non può piacere ai bambini.[149][22] «La satira è un gusto a cui devi essere educato, non apprezzi subito la satira, specie se la tua mente è bloccata da ideologie varie; le battute ti spiazzano e mettono in discussione le cose nelle quali hai creduto sempre. La satira fa questo e se non sei adulto non sei portato a tollerare, ad accettare la cosa. Qualche persona a teatro si alza e se ne va.»[22] «La satira è una forma libera del teatro, la sua forza sta nell'esplorare la contraddizione umana».[54] «La gente ride di una battuta satirica perché contiene un nocciolo di verità umana che mette in mostra una contraddizione, che fa venire un dubbio.»[150] «La satira ha sicuramente una funzione di provocazione intellettuale e psicologica, di disagio che non ti lascia completamente tranquillo. Dopo il momentaneo divertimento, la fulminea risata, c’è e rimane la riflessione sul messaggio, sul fatto che hai grottescamente messo in evidenza; colpire l'emotività per mettere in funzione il cervello.»[32]

Il gusto in Italia [modifica]

«Nel mondo la comicità ha fatto passi da gigante. La televisione italiana è rimasta ferma al Cinquanta, per cui si può capire la cosa. Per fortuna però tanti giovani leggono i giornali e il loro cervello non è stato leso dall'influenza nefasta di questa nazione in cui siamo condannati tutti quanti a vivere e quindi sono contento che ci siano riscontri su cose un po' strane, eccentriche, ecc».[9] Secondo Luttazzi quasi tutti i comici televisivi italiani si rifanno alla comicità di Totò, mentre «pochissimi ricordano l'umorismo che viene espresso da riviste come il Bertoldo o da umoristi come Marcello Marchesi, Leo Longanesi, Ennio Flaiano[9]

Secondo Luttazzi, «non ha più senso la caricatura di Bossi-Hannibal e di Rutelli-Alberto Sordi: è anni ottanta. Le Iene sono morte, e loro lo sanno. Funzionano perché l'Italia è lenta e si vive di inerzia. E Striscia la notizia, nonostante i suoi ascolti, è irrilevante.»[145]

«Con Satyricon invece ero mosso dalla curiosità intellettuale e dal gusto per la risata tridimensionale»[151] (in senso freudiano, cioè contenente contemporaneamente l'aspetto comico, spiritoso e umoristico). «A teatro il mio gusto è nell'interpretare il monologo comico, è una forma che adoro e poi ogni monologo in realtà è un dialogo con il pubblico, io ho peraltro introdotto in Italia, delle varianti tecniche di monologo comico che ne hanno ammodernato lo stile e mi fa piacere vedere che molti comici adesso utilizzano le mie innovazioni ed è bello che sia così»[32]

Un altro gusto a cui non si è abituati è quello per il grottesco (che lavora per accumulazione mentre l'ironia lavora per sottrazione), gusto che invece era molto diffuso nei cabaret europei negli anni '20 e '30;[116] una sensibilità che è poi stata spazzata via dal carico di dolore della seconda guerra mondiale.

Le forme di comunicazione [modifica]

Il blog, come forma di comunicazione, tende ad assecondare le derive populistiche.[81][82][83] «La massa dei cybernauti tende ad aver bisogno di un leader, di un messia»,[54] e la forma blog non è neutra, è un ipnotico che tende a creare un fenomeno massa più leader, tende a dare potere a chi gestisce la vicenda e a condizionare i contenuti e il modo in cui questi vengono ricevuti.».[32][152][150] Questo meccanismo non si applica alla televisione, che è invece un tranquillante.[153] «Il blog è una forma di comunicazione che contiene un'illusione da smascherare: quella del mezzo democratico che mette sullo stesso piano chi produce i contenuti e chi li mastica».[150]

Riguardo alla televisione, negli anni sessanta Marshall McLuhan con i suoi studi ha spiegato che, poiché ci dà un immagine composta di tanti puntini, essa crea nello spettatore l'ossessione per l'integrità del corpo; per questo funzionano molto le serie televisive poliziesche o ambientate in ospedali, come in CSI o Nip/Tuck: «è sempre lo stesso gioco, cambia solo la confezione. Il corpo martoriato in primo piano e lo spettatore che chiede: "Ricomponetelo! Risolvete la questione!".» «Per questo bisogna fare molta attenzione alla televisione: uno pensa di poter scegliere quello che gli piace, e invece è la televisione che condiziona il tuo gusto, condiziona quello che in realtà ti piace. E questo bisogna sempre tenerlo presente».[154][34]

La musica [modifica]

Per valutare la musica bisogna giudicare quello che è la canzone: se è nuova l'armonia e se è nuova la melodia.[155] Tra i recensori delle riviste musicali invece, i maschi di solito tendono a giudicano di più l'aspetto esteriore, lo stile; «ad esempio Money for dope è un musical ambientato negli anni '70, e loro dicono "questo sembra qualcosa dei Talking Heads, quest'altro ricorda le atmosfere dei Joy Division...": ma certo, perché è ambientato in quegli anni e perché io mi ispiro a quelle cose; ma dire così è come giudicare un attore dal vestito che indossa, o dalla scenografia, non ha senso».[155] Tra i recensori le ragazze invece tendono ad esaltare le emozioni trasmesse, che derivano dalla melodia e dall'armonia, che sono la cosa più importante.[155]

Per esprimere esperienze intime «la musica è il mezzo più efficace, dal momento che arriva direttamente al sentimento e alla passione, dal momento che ti tocca dentro. Mentre la scrittura passa per l'intelletto, ti consente un'elaborazione diversa».[156]

Fine anni 70 [modifica]

È «un periodo che mi piace ricordare, e che è stato dimenticato troppo facilmente in Italia. Ne è stata dimenticata la creatività, ma non solo. Sono caduti nel dimenticatoio anche fatti politici, come quando Cossiga nel 1977, allora ministro degli Interni, mandò a Bologna i carri armati per sgombrare la zona universitaria occupata in seguito alle tragiche vicende dell'11 marzo»[156]

È stato un periodo di grandissima creatività, sembrava che si potesse fare tutto: c'erano Radio Alice, riviste come Il male, Cannibale, Frigidaire, Alter, Linus, era un mondo che improvvisamente fu come rifiutato e dimenticato. Questo disco [Money for dope] per me è anche un modo per ricordarlo».[157]

Influenze artistiche [modifica]

Luttazzi cita tra i suoi maestri Stefano Tamburini, Andrea Pazienza, Nelson Riddle, Woody Allen.[158]

Letteratura [modifica]

Luttazzi ha dichiarato di avere cinque autori preferiti che legge continuamente, a ripetizione, per la vastità delle loro opere: Kurt Vonnegut «uno scrittore satirico che utilizza vari generi dalla fantascienza al saggio apocalittico; in realtà è un grandissimo scrittore serio, però fa molto ridere, perché è bravo; ha scritto una ventina di libri, ve li consiglio.»; Vladimir Nabokov, l'autore di Lolita, «ha scritto un libro che è secondo me il più bello di questo secolo, Il dono, pieno di metafore, è bellissimo.»; Thomas Pynchon, scrittore post-moderno, americano; Alberto Arbasino, uno scrittore italiano contemporaneo; e Carlo Emilio Gadda «che è gigantesco.»[159]

Oltre a Gadda e Arbasino, Luttazzi cita fra i suoi scrittori italiani preferiti Manganelli, Aldo Buzzi, e Flaiano «Non sopporto invece quelli che usano la pagina per mettere il proprio IO in mostra. Un IO in posa.» Scommetto che leggi tutti i romanzi di Baricco, allora! (gli chiede l'intervistatore). «Ecco bravo, Baricco non lo sopporto proprio! "Castelli di rabbia"! Già solo il titolo mi faceva accapponare la pelle. Apro il libro, leggo la prima frase e mi sono trattenuto dal lanciarlo solo perché ero in una libreria! Troppo lezioso. Troppo. Non a caso, la sua vera attività è fare corsi di scrittura creativa».[160]

Cinema [modifica]

Luttazzi è un appassionato cinefilo. Fra gli autori preferiti Fellini, Hitchcock, Buñuel, Ernst Lubitsch, Billy Wilder, Woody Allen, Todd Solondz, e l'autore di cartoni animati Stephen Bosustow.

Musica [modifica]

Oltre la formazione iniziale avuta dal nonno e dagli zii (citata ad inizio biografia), Luttazzi ha dichiarato che le sue passioni sono Mozart[71] e John Zorn.[64]

Per il suo disco Money for dope ha usato i registri della New Wave anni settanta e del jazz anni cinquanta. «Ammiro molto la stranezza perché è quasi sempre sinonimo di originalità e indipendenza di pensiero»,[161] come quella degli Sparks, di Eels, The Magnetic Fields, They Might Be Giants e Björk.[161]

Elenco di libri, spettacoli, trasmissioni, dischi [modifica]

Bibliografia [modifica]

Ha inoltre scritto l'introduzione all'edizione italiana dell'autobiografia di Lenny Bruce (Come parlare sporco e influenzare la gente) e curato una nuova traduzione dei tre volumi di racconti di Woody Allen.

Discografia [modifica]

Trasmissioni televisive [modifica]

  • Fate il vostro gioco, 1989 (censurato alla prima puntata)
  • Banane, 1990 (censurato prima della messa in onda)
  • Magazine 3, 1994-95
  • Mai dire gol, 1996-97
  • Barracuda, 1998
  • Satyricon, 2001 (dopo le polemiche, salta una puntata, sostituita dal Satyricon di Fellini, e riprende dopo due settimane)
  • Decameron, 2007 (rientro su La7 dopo anni di allontanamento dalla televisione, sospesa alla 5a puntata)

Spettacoli teatrali [modifica]

  • Non qui, Barbara, nessuno ci sta guardando (1989)
  • Chi ha paura di Daniele Luttazzi? (1991)
  • Fate entrare i cavalli vuoti (1992)
  • Sesso con Luttazzi (1994, 1999, 2003-2004)
  • Va' dove ti porta il clito (1996-1997)
  • Adenoidi (1997)
  • Tabloid (1997-1998)
  • Barracuda LIVE (2000)
  • Satyricon a teatro (2001-2002)
  • Adenoidi 2003 (2002-2003)
  • Dialoghi platonici e altre storie (2003), scritto da Luttazzi, diretto da Giorgio Gallione recitato da vari attori. Contiene il brano Stanotte e per sempre che narra di un incubo di Andreotti sul caso Moro.
  • Sesso Con Luttazzi 2004 (2004)
  • Bollito misto con mostarda (2004-2005)
  • Come uccidere causando inutili sofferenze (2006)
  • Barracuda 2007 (2007)
  • Sesso con Luttazzi (2008)

Musiche utilizzate e citate [modifica]

  • Sesso Con Luttazzi
    • S.O.S. (ABBA). S.O.S. simboleggia un bisogno di aiuto e di consigli sul sesso a cui rispondeva il dottor Luttazzi.
  • Tabloid
    • Bama Lama Bama Loo (Tom Jones, 1965, dall'album What's New, Pussycat?)
    • La freccia nera, sigla della serie TV La freccia nera, viene proposta in Tabloid per rimpiazzare l'inno nazionale. Riproposta anche in Satyricon a teatro, Adenoidi 2003, Bollito misto con mostarda, in cui viene proposta come inno dei Girotondi
  • Satyricon a teatro
    • La freccia nera
  • Adenoidi 2003

Voci correlate [modifica]

Note [modifica]

  1. ^ a b Criminoso, intervista di Livia Teglio, 15 giugno 2003 [1]
  2. ^ a b c Sarcasticamente, intervista rilasciata a Francesco Candura per Stranamente, marzo 2004 [2]
  3. ^ a b c Incontro all'Università di Trieste, 5 febbraio 2004 disponibile in mp3
  4. ^ a b Il Virgilio della sillaba oscura, intervista di Andrea Braconi, 27 gennaio 2004 [3]
  5. ^ a b c d e f g h i Man on the moon, intervista esclusiva dopo l'editto bulgaro concessa ad Andrea Scanzi per Il mucchio selvaggio, maggio/settembre 2002 [4] [5]
  6. ^ a b c d Rossini, Stefania. "Provoco ergo sum", L'espresso, 10 luglio 2003. URL consultato il 04-08-2007.
  7. ^ a b Meglio "barracuda" ..., intervista di Chiara Pavan per Il Gazzettino Online: il quotidiano del NordEst, 29 marzo 2006 [6] [7]
  8. ^ a b c Intervista rilasciata a Alessandra Valentini per il settimanale La Rinascita, 28 novembre 2003
  9. ^ a b c d e f Daniele Luttazzi, uno scrittor-comico, «Cafè Letterario», 28 novembre 1997
  10. ^ a b c d e f g h i j k l m Partecipazione a Radio Città Futura, 2 novembre 2003
  11. ^ Intervista a Radio Deejay, 12 aprile 2002
  12. ^ Ecco il mio musical, intervista rilasciata a Franco Travaglio, febbraio 2005 [8] [9]
  13. ^ a b La mia sfida ai cinque tabù della Rai, intervista di Andrea Scanzi, Il manifesto, 27 febbraio 2003 p.14 [10] [11] [12]
  14. ^ Daniele Luttazzi intervista Dario Fo a Satyricon, Puntata 11 (4 aprile 2001) trascrizione
  15. ^ Intervista di Emanuele Rebuffini per Dinamo Torino, 14 febbraio 2003 [13]
  16. ^ a b c d e f Biografia sul sito Lettera.com [14]
  17. ^ Intervista rilasciata dopo lo spettacolo Adenoidi al Teatro "Alessandro Bonci" di Cesena, 2003 [15]
  18. ^ Luttazzi ospite del collettivo, intervista rilasciata al collettivo Filo da Torcere della facoltà di Ingegneria di Firenze, 28 gennaio 2005 [16] [17]
  19. ^ Satira censurata e tecniche di regime, video dell'incontro con Daniele Luttazzi organizzato dal Collettivo Filo da Torcere di Ingegneria (Università di Firenze), 28 gennaio 2005 [18] [19] [20]
  20. ^ a b Alessandro di Nocera. Un comico tra i comics, «ComicUS.it», 3 febbraio 2004
  21. ^ a b Ampia intervista rilasciata a Giulia Santerini per la rubrica Capital Tribune su Radio Capital, 11 febbraio 2005 [21]
  22. ^ a b c d Luttazzi, nudo e crudo, videochat su kataweb.it, 2 marzo 2005 [22]
  23. ^ a b c Video dell'esordio tv di Luttazzi, nelle trasmissioni D.O.C. (RaiDue, 1988) e Fate il vostro gioco (RaiDue, 1989) [23]
  24. ^ Intervista di Guido Guidi Guerrera sullo spettacolo Barracuda Live, 1999/2000
  25. ^ Incontro a Foggia col pubblico dopo gli spettacoli, 5 marzo 2005 disponibile in mp3 [24]
  26. ^ a b c Tra Broadway e Sant'Arcangelo, intervista di Andrea Scanzi per il Mucchio selvaggio, febbraio 2005 [25]
  27. ^ a b [26] A cura di F. Cappa e Piero Gelli. Dizionario dello spettacolo del 900. Baldini Castoldi Dalai editore, 2000. 1344 pagine. ISBN 8880892959.
  28. ^ Andrea Montanari. Ma Luttazzi era un Dc, «Quotidiano.net», 14 febbraio 2001
  29. ^ a b c d e Vizi mediatici e pubbliche paure, intervista rilasciata a Il Tacco d'Italia, marzo 2005 [27]
  30. ^ E adesso ve le canto, intervista rilasciata a Rita Bragagnolo per il Friuli, anno XI - numero numero 04 - 4 febbraio 2005
  31. ^ sul comodino di... Daniele Luttazzi, intervista su libri di Maria Ludovica Schinko per il Friuli, novembre 2005 [28]
  32. ^ a b c d Alessandro Valentini. Intervista esclusiva a Daniele Luttazzi, «Teatro.org», 4 marzo 2006
  33. ^ Splendido amorale di Daniele Luttazzi in memoria di Andrea Pazienza, pubblicato sulla rivista Duel n.8, dicembre 1993 [29] [30]
  34. ^ a b c d e Cristiano Sanna. Luttazzi: "Venite a ridere, vi porto con me in Iraq", «Tiscali Spettacoli», 3 marzo 2006
  35. ^ a b Articolo sul sito di RaiUno, 30 giugno 1999 [31]
  36. ^ a b c Luttazzi, battute libere, intervista del regista Michele Schiavino pubblicata su il Mattino online, 13 marzo 2003 [32]
  37. ^ Ho inventato Luttazzi, ma lui ha sbagliato, articolo su il Giornale del 9 febbraio 2001, p.4 [33]
  38. ^ Amo la tv, quella vera Monica Baulino intervista Gloria De Antoni per il Friuli, anno XI numero 25, 1 luglio 2005 [34]
  39. ^ Recensione di Massimiliano Finotti per la nuova dello spettacolo Tabloid andato in scena l'11 aprile 1998 a Bardonecchia
  40. ^ Aldo Grasso partecipò alla puntata di Tabloid del 14 aprile 1997 nei panni di Dingo [35]
  41. ^ La satira è satura, articolo di Enrico Arosio per L'Espresso del 27 giugno 2006 [36]
  42. ^ Intervista di Giovanni Di Grezia per Il Corsivo dopo lo spettacolo Adenoidi 2003 in scena a Cagliari, 7 aprile 2003 [37] [38]
  43. ^ Cosmico!, pp.111-138
  44. ^ Volpe, Maria. "Luttazzi: Pentito? Torno in Rai e attacco tutti", Corriere della Sera, 10 novembre 2003. URL consultato il 04-08-2007.
  45. ^ I consigli di lettura di Luttazzi, mini intervista a cura di Giulia Mozzato per Café Letterario, 6 agosto 1999 [39]
  46. ^ a b Intervista rilasciata a Fiorenza Gonzales, gennaio 2003 [40] [41] [42]
  47. ^ a b c Presentazione delle traduzioni di Woody Allen a Napoli, 26 febbraio 2005 disponibile in mp3
  48. ^ La satira urla sul palco, intervista di Gianfranco Capitta, il manifesto, 28 febbraio 2002 [43]
  49. ^ a b c d come ti traduco Woody, intervista di Boris Sollazzo per la Scuola di scrittura Omero, 19 febbraio 2005 [44] [45]
  50. ^ Luttazzi, voce dall'esilio / "Ve la do io, la censura", intervista di Leandro Palestini per Repubblica.it, 10 novembre 2003
  51. ^ Quando Daniele Luttazzi va in 'Home Page' , intervista di Gianluca Ramazzotti su Radio Centro Suono [46] (testo e estratti mp3)
  52. ^ a b c Ma quando mai torno? intervista rilasciata per il settimanale Diario, 3 febbraio 2006 [47]
  53. ^ Giorgia Camandona. Luttazzi non perde smalto, «Libero.it», 23 febbraio 2006
  54. ^ a b c d e f g Il ritorno di Luttazzi: "La satira è un'arte, non banale denuncia", intervista di Rodolfo Di Giammarco per la Repubblica, 17 gennaio 2006 [48]
  55. ^ Benvenuti in Italia, intervista di Enrico Arosio, L'espresso, 28 marzo 2002 [49]
  56. ^ Berlusconi? Uno che si fa gli affari suoi, intervista rilasciata a Daniela Preziosi per Avvenimenti, 1 marzo 2002 [50]
  57. ^ a b Recensione di Vito Biolchini dello spettacolo Satyricon al teatro comunale di Cagliari, 13 marzo 2002
  58. ^ Di Giammarco, Rodolfo. "Luttazzi: "Siamo al regime ma io resto un ottimista"", la Repubblica, 27 febbraio 2002. URL consultato il 04-08-2007.
  59. ^ Bracconi, Marco. "Il ritorno di Daniele Luttazzi "Perché Bin Laden in tv e io no?"", la Repubblica, 1 novembre 2002. URL consultato il 04-08-2007.
  60. ^ a b c Il paese dei buffoni in politica, articolo di Gianfranco Capitta per il Manifesto, 29 novembre 2003 p.15 [51]
  61. ^ "Luttazzi accusa la Rai "Mi hanno censurato"", la Repubblica, 14 novembre 2003. URL consultato il 04-08-2007.
  62. ^ "Daniele Luttazzi, ritorno light satira politica ma con misura", la Repubblica, 10 novembre 2003. URL consultato il 04-08-2007.
  63. ^ Messina, Sebastiano. "Per chi suona la campana di Pippo", la Repubblica, 11 novembre 2003. URL consultato il 04-08-2007.
  64. ^ a b Intervista Luca Barachetti, 6 giugno 2004 [52] [53] [54]
  65. ^ Luttazzi e l´orrore artistico: "Niente scandalo per Moro", recensione-intervista di Donatella Alfonso e Margherita Rubino per l'edizione genovese de la Repubblica, 26 novembre 2003 [55]
  66. ^ a b c Intervista rilasciata a Fabio Amadei e Alex Mallozzi per il sito NuovoAlice, 16 dicembre 2005 [56] [57] [58] [59]
  67. ^ a b Intervista di Paolo Madeddu della rivista Rolling Stone, rilasciata nel novembre 2004 e pubblicata nel febbraio 2005 versione integrale pubblicata sul sito di Luttazzi, versione censurata [60]
  68. ^ Puck ci prova con...Daniele Luttazzi, intervista per "the Artist", mensile di fumetto underground, n.2 novembre 2004 [61]
  69. ^ Di Giammarco, Rodolfo. "Luttazzi ritorna a teatro "I politici? un carrello di bolliti"", la Repubblica, 14 novembre 2004. URL consultato il 04-08-2007.
  70. ^ Intervista rilasciata a Maxim, novembre 2004 [62]
  71. ^ a b Intervista a Media World Magazine, febbraio 2005 [63]
  72. ^ Sandro Chetta. Daniele Luttazzi, «FreakOut online», 14 agosto 2005
  73. ^ Moretti, Carlo. "Luttazzi: "Non solo satira ora canto me stesso"", la Repubblica, 1 febbraio 2005. URL consultato il 04-08-2007.
  74. ^ Interview... Daniele Luttazzi, «L'Occhio», 28 settembre 2005
  75. ^ Luttazzi e quel logo che «funziona in tv» articolo de la Stampa dell'11 febbraio 2005 sul simbolo de L'Unione [64]
  76. ^ Domande sulla satira a chi la satira la fa, Luttazzi intervista Stefano Benni, Sergio Saviane e Riccardo Mannelli, 2005 [65] [66]
  77. ^ Daniele Luttazzi presenta e legge Bollito misto con mostarda, video sul sito della Feltrinelli [67]
  78. ^ Nasce il Blog e il Podcast di Daniele Luttazzi, primo post del blog ufficiale di Luttazzi [68]
  79. ^ Intervista di Maria Genovese, 07 novembre 2005 [69]
  80. ^ Santoro da Celentano? Un errore, non doveva, intervista di Sandra Cesarale per il Corriere della Sera, 17 gennaio 2006 [70]
  81. ^ a b Rompete le righe!, messaggio con cui Luttazzi chiude il formato precedente del suo blog [71]
  82. ^ a b E Luttazzi chiuse il suo blog, articolo de il Manifesto, 22 gennaio 2006 [72]
  83. ^ a b E Luttazzi si sfila dall'arena «Non sono capo-popolo», articolo de La Stampa, 14 gennaio 2006 [73]
  84. ^ a b Intervista rilasciata a Radio Sherwood sullo spettacolo Come uccidere causando inutili sofferenze, 29 marzo 2006 disponibile audio mp3
  85. ^ a b Vado in Iraq con Aida e Manuela, intervista di Andrea Amato per a News Settimanale, numero 34 in edicola dal 19 gennaio 2006 [74] [75] [76]
  86. ^ Luttazzi critica Prodi: L'indulto? Una legge “Previti-Consorte”, resoconto dello spettacolo al Palasport di Roma il 24 novembre 2006, Corriere della Sera 26 novembre 2006 [77]
  87. ^ a b Date di Barracuda 2007 su danieleluttazzi.tk [78]
  88. ^ Luttazzi: Sono politicamente molto scorretto, intervista per il settimanale La Rinascita, 17 novembre 2006 [79]
  89. ^ Intervista rilasciata su il Messaggero Veneto, 8 dicembre 2006 p.15
  90. ^ la stampa.it 11 luglio 2007
  91. ^
  92. ^ Offese a Giuliano Ferrara La7 sospende Decameron. repubblica.it, 8-12-2007. URL consultato il 8-12-2007.
  93. ^ Dura invettiva contro il direttore del Foglio - Corriere.it
  94. ^ [http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/spettacoli_e_cultura/luttazzi/luttazzi-intervista/luttazzi-intervista.html Luttazzi "La censura? Ho criticato l'Enciclica"]
  95. ^ È la morale tv: meglio rubare che dire parolacce, articolo di Aldo Grasso sul Corriere della Sera del 10 febbraio 2001, p.5 [80]
  96. ^ Videointervista su Sesso con Luttazzi per Riccardo Farina di Reflections, 2004 [81]
  97. ^ Daniele Luttazzi a luci rosse, intervista di Margherita Verasis per La Stampa, 30 settembre 2003 [82]
  98. ^ Via dalla tv. Posso almeno parlare di sesso?, intervista de il Resto del Carlino 29 ottobre 2003 [83]
  99. ^ a b c d Lezioni di sesso con il dottor Luttazzi, intervista di Claudia Cannella per il Corriere della Sera, settembre 2003
  100. ^ io, il più querelato d’Italia, intervista di Luciano Giannini per il Mattino del 7-9 dicembre 2003 p.24 [84] [85]
  101. ^ Intervista realizzata per PeaceLink da Daniela Tancredi, 26 aprile 2004 [86]
  102. ^ Un antidoto a Berlusconi, di Enzo Mangini, CARTA, novembre 2003.[87]
  103. ^ State a casa a fare i compiti, intervista web di Federica Fracassi e Jacopo Guerriero su nazioneindiana.com, 20 ottobre 2003 [88] [89] [90] [91]
  104. ^ intervista a cura di Giuseppe Gaetano per il quotidiano online mag, 16 febbraio 2004, [92]
  105. ^ Intervista rilasciata a Fabio Amadei & Alex Mallozzi per il sito NuovoAlice, 5 aprile 2004 [93]
  106. ^ Intervista di Fabrizio Marcheselli per la Gazzetta di Parma, 9 febbraio 2004 [94]
  107. ^ Capolavori, intervista di Gomma per Feltrinelli.it, novembre 2002 [95] [96]
  108. ^ Intervista di Rodolfo Di Giammarco, tratto da "la Repubblica", 29 dicembre 2002 [97] [98]
  109. ^ Luttazzi dietro l'angolo, articolo di Francesco Cascione per mentelocale.it, 25 novembre 2003 [99]
  110. ^ Luttazzi: un monologo di due ore, recensione dello spettacolo Adenoidi a cura di Fabrizio Marcheselli per la Gazzetta di Parma, 14 febbraio 2003 [100]
  111. ^ Videointervista a Telecitofono, 6 febbraio 2004 [101] [102]
  112. ^ a b Intervista di Andrea Bassi per dilloadalice.it, 8 dicembre 2004 [103]
  113. ^ Il concetto di golpe al rallentatore è spiegato in La castrazione e altri metodi per prevenire l'acne, pp.18-19
  114. ^ Lo sketch su cinque tabù della Rai è presente in Barracuda, p.13
  115. ^ a b Io non sfotto, faccio satira, intervista di Roberto Cossu per L'Unione Sarda, 3 aprile 2003
  116. ^ a b Presentazione delle traduzioni di Woody Allen alla fiera del libro di Torino, 7 maggio 2004
  117. ^ Ospite a RadioDeejay, 9 dicembre 2004 [104]
  118. ^ Intervista di Chiara Pavan per Il Gazzettino Online: il quotidiano del NordEst, 13 gennaio 2005 [105]
  119. ^ Luttazzi e la decadenza dell'impero (berlusconiano), intervista di Carmen Ruggeri per Aprile OnLine, 5 aprile 2005 [106]
  120. ^ .Recensione di Bollito misto di Costanza Alvaro per il giornale Complicazione Cose Semplici, 24 aprile 2005
  121. ^ a b c d Luttazzi, il «bollito» è servito, intervista di Nino Dolfo per BresciaOggi, 23 aprile 2005
  122. ^ Fatto il papa, il re è nudo, Gianfranco Capitta recensisce Bollito misto con mostarda per il Manifesto, 21 aprile 2005 [107]
  123. ^ Bollito misto con mostarda pag. 135, pag. 266
  124. ^ Recensione di Bollito misto con mostarda di Gaia Russo Frattasi per L'Asino Vola, maggio 2005 [108] [109]
  125. ^ a b Luttazzi: irrefrenabili risate amare, recensione di Fabio Amedei del 12 febbraio 2005
  126. ^ Audio intervista a Radio Immagine di Latina, gennaio/febbraio 2006 [110]
  127. ^ a b Luttazzi: "Brava Torino hai fischiato Berlusconi", intervista rilasciata a la Repubblica ed. Torino, 31 marzo 2006 [111]
  128. ^ Due parole con Luttazzi, il mago della comicità surreale, intervista di Carlotta Scozzari per nottidaleon.it, marzo 2006 [112]
  129. ^ Veri italiani, Luttazzi va alla guerra, intervista rilasciata a l'Unità, Toni Jop, 16 gennaio 2006 (online) 17 gennaio (cartacea, p.18) [113] [114] [115]
  130. ^ a b Uno contro tutti: l'arte satirica di Daniele Luttazzi, intervista di Omar Manini per connessomagazine.it, 12 novembre 2006 [116] [117]
  131. ^ I dentini aguzzi del "Barracuda" ..., intervista di Chiara Pavan per Il Gazzettino Online: il quotidiano del NordEst, 7 novembre 2006 [118]
  132. ^ Locandina di Barracuda 2007 su css-teatro.com [119]
  133. ^ Luttazzi è ancora lui, intervista per la Gazzetta di Parma, 14 febbraio 2003 [120]
  134. ^ Di immortale c’è solo la satira, intervista rilasciata a Barbaluca e Ivan Grozny per Radio Sherwood, 16 novembre 2006 disponibile audio mp3
  135. ^ a b Se Dio avesse voluto che credessimo in lui, sarebbe esistito, post sulla natura della satira, blog ufficiale di Luttazzi 15 novembre 2006 [121]
  136. ^ Intervista a Radio Popolare di Milano, 9 febbraio 2005 [122]
  137. ^ L'ira funesta di Daniele Luttazzi, intervista ad alteredo 27 gennaio 2005 disponibile in mp3 [123]
  138. ^ La satira esiliata in teatro sfida il regime della tv, intervista di Daria Simeone per L'Articolo.it, 22 febbraio 2005 [124]
  139. ^ Intervista rilasciata a Gianfranco Galanti per il giornale Complicazione Cose Semplici, 21 febbraio 2005 [125] [126]
  140. ^ Attenzione! Caduta Berlusconi, intervista di Toni Jop per L'Unità, 14 aprile 2005 [127]
  141. ^ Luttazzi: il plagio delle masse è il bersaglio della mia satira, intervista di Maria Teresa Giannoni per il Tirreno, gennaio 2005
  142. ^ Luttazzi: "Striscia" e "Iene" non fanno una vera satira, recensione della presentazione di La castrazione e altri metodi infallibili per prevenire l'acne, da la Repubblica, 13 luglio 2003 [128]
  143. ^ a b Scanzi, Andrea. "Luttazzi: non mi vuole neanche la Rai di sinistra", La Stampa, 4 ottobre 2006. URL consultato il 04-08-2007.
  144. ^ Intervista per Cosmophonies, 2005 [129]
  145. ^ a b intervista a Luttazzi del 2001 per l'Espresso. (febbraio 2001. URL consultato il 2007-11-05.
  146. ^ Boicottiamo le aziende pubblicizzate da Mediaset, intervista rilasciata a Salamandra per Articolo 21, 25 novembre 2003 [130] [131] [132] [133] [134]
  147. ^ Di Giammarco, Rodolfo. "Luttazzi non crede alla nuova Rai "Bene Biagi, ma io resto fuori"", la Repubblica, 12 dicembre 2006. URL consultato il 04-08-2007.
  148. ^ Sì la tv mi manca, non mi do pace, intervista rilasciata a Salvatore Mortilla per il quotidiano Libertà, 5 aprile 2006 [135]
  149. ^ Che strana inquietudine Torino..., intervista di Chiara Bergaglio e Massimiliano Di Dio per futura.to.it, 7 marzo 2005
  150. ^ a b c Blog ipnotico e pericoloso, Colloquio di Luca De Biase con Daniele Luttazzi, pubblicato su Nòva24 il 9 debbraio 2006 [136] [137]
  151. ^ Daniele Luttazzi. Luttazzi archivio - 4. Le accuse più frequenti (flash). (July 2003. URL consultato il 2003-11-25.
  152. ^ Gagliardi, Giovanni. "Luttazzi chiude il suo blog "Non mi piace sentirmi un leader"", la Repubblica, 24 gennaio 2006. URL consultato il 06-08-2007.
  153. ^ Intervista rilasciata a Marco Manieri per Binario 21, gennaio 2006 [138]
  154. ^ Un attore, un comico? Con noi ha parlato da telespettatore, attento e competente. Con la passione per le serie tv, intervista di Gaetano Prisciantelli per Series Magazine, ottobre 2005
  155. ^ a b c Intervista rilasciata a Alberto Cascione e Viola Sarnelli per Flashmusica, 1 maggio 2005 [139]
  156. ^ a b Daniele Luttazzi, oltre la Tv che ha paura, intervista e recensione di Money for dope di di Fabrizio Gianuario, per Kataweb Musica, 1 febbraio 2005 [140][141]
  157. ^ Daniele Luttazzi, oltre il musical, intervista di Luigi Iavarone per il Manifesto, febbraio 2005 [142]
  158. ^ Lingua sciolta- lingua legata, intervista rilasciata a Emanuela Marmo, 23 settembre 2004 [143]
  159. ^ Intervista rilasciata per il sito Facceride.interfree.it, 12 aprile 2005 [144]
  160. ^ Intervista di Gianluca Mercadante per Orizzonti - una rivista per tutti gli artisti. N° 25 [145], pp.5-6
  161. ^ a b Intervista video a 365live, 2005 [146]

Altri progetti [modifica]

Collegamenti esterni [modifica]

Daniele Luttazzi su DMoz (Segnala su DMoz un collegamento pertinente all'argomento "Daniele Luttazzi")

Nessun commento:

Indietro Tutta

Indietro Tutta

Beppe Grillo

Beppe Grillo

Zelig

Zelig

Roberto Benigni

Roberto Benigni

Le Iene

Le Iene

I Grandi Del Passato

By Nick

Totò

Totò
Il Principe della risata

Stanlio & Ollio

Stanlio & Ollio
The Best

Charlot

Charlot
Il grande

Buster Keaton

Buster Keaton
Powered By Blogger

O' Jazz !

Quelli Della Notte

Quelli Della Notte

Sun Music,Il Sito della Musica Partenopea

Powered By Blogger